La vostra cantina ha una tradizione antica. Come si esprime il connubio uomo natura nel vostro lavoro quotidiano?

La famiglia Brigl ha alle spalle un secolo di esperienza nella coltivazione della vite e nell’arte della vinificazione. Menzionata dai cronisti già nel 1309, dal XVI secolo le sue sorti sono strettamente intrecciate alle attività della viticoltura e della produzione del vino. Nel 1996 io, Florian Brigl, ho assunto la direzione della tenuta dopo mio padre, Leonhard Brigl; dal 2001, per la prima volta dopo trent’anni la nostra azienda ha infatti ripreso l’attività di vinificazione in proprio. Se al primo anno la nostra produzione contava 6.000 bottiglie, oggi siamo arrivati a produrne 150.000 all’anno, e le potenzialità dei nostri vigneti sono stimate a circa 200.000 bottiglie all’anno.

Tutti i giorni siamo chiamati a rapportarci con la natura, il nostro lavoro è di fatto scandito dai tempi della natura. Sta a noi cercare di interpretare e reagire nel migliore dei modi per poterne beneficiare dei suoi frutti. Più riusciamo a comprendere il messaggio e migliore sarà il raccolto finale.

Quanto è importante essere innovativi nella produzione vitivinicola oggi?

Ad oggi essere al passo con i tempi è indispensabile altrimenti si rischia di non sopravvivere. La concorrenza è tanta e la qualità offerta è sempre migliore. Per Tenuta Kornell essere innovativi vuol dire cercare di amplificare il più possibile il risultato dell’annata, avendo ben cura di non dimenticare le nostre origini e la nostra storia.

Che ruolo ha il suolo nella produzione vitivinicola e cosa significa per la cantina Kornell nutrire il suolo?

Il terreno è una componente fondamentale per la riuscita dei nostri vini ma, non è la sola. Il suolo rientra a far parte di una serie di fattori riassumibile in una parola, Terroir, ovvero una diversa interazione tra diversi fattori: geografici (posizione), geologici (suolo), climatici (clima), ma anche, culturali e sociali. La nutrizione del suolo avviene solo ed esclusivamente, se ne è necessario, là dove troviamo delle carenze o mancanze utilizzando sovesci o concimazioni organiche.

Perché avete scelto Re-Organic di Enerfarm?

Sinceramente abbiamo scelto Enerfarm e nello specifico Re-Organic per cercare di essere innovativi. Nell’utilizzarlo abbiamo apprezzato l’estrema praticità laddove il letame non poteva essere utilizzato per motivi di reperibilità o accessibilità al vigneto.

Su quanti ettari utilizzate l’ammendante naturale Enerfarm?

Re-Organic è stato utilizzato su circa 4 ettari della nostra superficie vitata.

Cosa significa per voi produzione di qualità?

La parola qualità viene utilizzata moltissimo anche forse in maniera spropositata e fuori luogo. A tal proposito cerchiamo di ottenere prodotti di pregio nel massimo rispetto delle persone e dell’ambiente.

Quali valori condividete con Enerfarm?

Credo che la sostenibilità ambientale sia un fattore fondamentale per entrambe le aziende.

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