Per costruire un sistema agroalimentare sostenibile, sano e accessibile a tutti, è necessario partire dalla produzione di cibo. Gli altri elementi su cui agire sono la trasformazione e la distribuzione alimentare, le abitudini di consumo e la lotta agli sprechi alimentari.

I tanti tasselli di questo puzzle sono al centro della strategia Farm to Fork (dal produttore al consumatore), un programma lanciato dalla Commissione Europea nel 2020 come parte del Green Deal che punta a promuovere l’evoluzione della filiera agroalimentare verso un modo di produrre e consumare cibo che sia ecologico e basato sull’economia circolare.

La sfida del cibo è cruciale nel contesto attuale, caratterizzato dalle minacce del climate change e dell’impoverimento dei suoi e con la popolazione mondiale che si prevede possa arrivare a sfiorare i 10 miliardi nel 2050. L’Europa sottolinea come sia necessario riprogettare i nostri sistemi alimentari, responsabili di quasi un terzo delle emissioni globali di gas serra e grandi consumatori di risorse naturali.

La strategia Farm to Fork vuole fare in modo che l’alimentazione possa avere un impatto neutro o positivo sull’ambiente, che contribuisca a mitigare i cambiamenti climatici, ad adattarsi ai loro impatti e a invertire la perdita di biodiversità. Il tutto garantendo la sicurezza alimentare, la nutrizione e la salute pubblica.

La produzione sostenibile di cibo (che, ricordiamo, è un anello cruciale della catena) potrà essere raggiunga attraverso l’adozione di pratiche più sostenibili nella produzione primaria ispirate all’economia circolare, mantenendo un giusto ritorno economico per gli operatori di tutta la filiera. In agricoltura si punta quindi alla riduzione dell’uso di pesticidi e di fertilizzanti chimici, garantendo al tempo stesso che la fertilità del suolo non si deteriori, e all’espansione dei terreni agricoli destinati all’agricoltura biologica.

Si cercherà inoltre di migliorare il benessere degli animali e di spingere l’innovazione tecnologica.

Il percorso da intraprendere è complesso, ma oggi esistono già buone pratiche messe in atto da operatori che credono nelle possibilità di sposare un approccio sostenibile all’agricoltura, basato sulla valorizzazione delle risorse naturali per la produzione di energie rinnovabili e di fertilizzanti naturali.

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